5 Strategie SEO attuali per aumentare il traffico anche in prima posizione
Perché scrivo questo pezzo – e perché dovresti leggerlo
Negli ultimi anni ho vissuto la SEO in tutte le sue evoluzioni: dai “dieci blue links” ai Core Update semantici. Il 2025, però, segna un vero spartiacque: Google AI Overview (AIO) – la risposta‑riassunto generata da modelli linguistici direttamente in SERP – sta cannibalizzando i clic organici.
E la prova ce l’ho sotto gli occhi:
Sono finita (senza chiederlo) nell’AIO di Google. Le fonti che l’algoritmo cita per descrivermi sono:
- Villaggio Musicale
- Un mio post su LinkedIn (“Come ottimizzare i contenuti per i motori di ricerca”)
- Il mio blog su strumenti-musicali-online
Non compare, invece, il mio sito aziendale – verosimilmente perché è più giovane e con meno contenuti/menzioni esterne rispetto agli altri asset. Morale: non controlliamo cosa vada in AIO; l’unica leva reale rimane la qualità (e la reputazione) del contenuto che pubblichiamo in giro per il web.
Benvenuti nell’era del click degradation
I dati di Daniel Foley Carter lo mostrano bene: “ranking doesn’t mean traffic anymore”. Possiamo restare stabili in top‑3 e, contemporaneamente, assistere a:
Fase | Impression | Clic | Commento |
---|---|---|---|
Pre‑AIO | ↑ | ↑ | Tutto ok |
Post‑AIO (lancio) | ↑ | ↓ | I clic crollano a parità di posizionamento |
Assestamento | ↑↑ | ↗ (ma compresso) | Le impression crescono più dei clic |
Cause?
- AIO occupa lo “slot zero” e, spesso, risponde in modo esaustivo.
- PAA/Featured Snippet rubano ulteriore attenzione.
- Serve un clic per espandere le fonti e un altro per raggiungerci: molti utenti non fanno il secondo.
5 mosse pratiche per restare (e crescere) visibili
TL;DR (Too Long; Didn’t Read” , tradotto significa, “Troppo lungo; non l’ho letto”): pensa come un editore, scrivi come un esperto, struttura come un ingegnere semantico.
# | Che cosa fare | Perché funziona |
---|---|---|
1 | Risposte lampo (40–60 parole) alle domande reali. Mappa query con AlsoAsked/AnswerThePublic, inserisci le domande come H3/H4 e rispondi subito. | Gli LLM privilegiano informazioni dense, verificabili e “quotabili” in AIO. |
2 | Schema ovunque (FAQPage, HowTo, Article, Author). Valida con lo strumento Google. | Anche se l’AI può ignorare i dati strutturati, Google li usa per contestualizzare e scegliere le fonti. |
3 | Citazioni esterne (directory di settore, guest post, menzioni su media verticali). | AIO attinge da fonti che reputa autorevoli. Più menzioni → più probabilità di essere scelti. |
4 | EEAT visibile: bio autore, pagina “metodologia editoriale”, referenze bibliografiche. | L’algoritmo (e le persone) distinguono un brand esperto da un sito anonimo. |
5 | Copertura semantica totale: entità, intenti, pillar content interconnessi. Strumenti: SurferSEO, InLinks, Frase. | Un topic trattato in profondità segnala autorevolezza ai modelli linguistici che generano AIO. |
Una parentesi su llm.txt
Negli ultimi mesi si parla di inserire un file llm.txt (o varianti) per dichiarare come i crawler LLM debbano usare i nostri contenuti.
- Cos’è? Un semplice file di testo (simile a robots.txt) posizionato in root, con istruzioni “allow/deny” ai modelli.
- Serve davvero? Ad oggi non c’è alcuna evidenza che migliori il ranking o l’inclusione in AIO. È più un discorso di licenza/diritto d’autore che di SEO.
-
In pratica: puoi usarlo se vuoi limitare l’uso dei tuoi testi da parte di alcuni LLM, ma non aspettarti vantaggi SEO.
Perché Google ha scelto LinkedIn & co., ma non il mio sito?
- Autorità storica e link profile: LinkedIn e Villaggio Musicale hanno anni di trust.
- Densità di informazioni: i miei profili social contengono bio, esperienze, portfolio, aggiornati di frequente.
- Segnali esterni: più condivisioni, più commenti, più menzioni = più segnali d’affidabilità.
- Sito nuovo, pochi contenuti: meno chance di essere “catturato” dai sistemi d’information retrieval che alimentano l’AIO.
Che cosa farò (e che cosa ti consiglio di fare)
- Pubblicare pilar article sul sito, collegati a topic cluster completi.
- Aggiungere dati strutturati e aggiornare regolarmente Schema.org.
- Ottenere backlink e menzioni di qualità che puntino al dominio nuovo.
- Continuare a curare i profili autore: per ora sono la “porta d’ingresso” dell’AIO verso di me.
Take‑away finale
- La posizione non garantisce più il clic.
- L’AIO sceglie (e cita) la fonte migliore, non necessariamente la prima in classifica.
- Non esistono scorciatoie tecniche – llm.txt incluso – che possano sostituire contenuto di valore, autorevolezza dimostrata e relazioni digitali robuste.
Missione futura: diventare la fonte che l’AI deve citare, che gli utenti vogliono leggere e che Google non può ignorare.
Ci vediamo… al prossimo Overview. 😉